Parlate con qualcuno di tecnologia, e prima o poi spunterà fuori il termine “microprocessore”. Ma cosa è esattamente questa piccola meraviglia e come ha finito per diventare il battito cardiaco di quasi ogni apparecchio elettronico che utilizziamo oggi?
Per comprenderlo, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, precisamente al 1971, quando una compagnia chiamata Intel presentò al mondo il 4004, il primo microprocessore commerciale al mondo. Questo chip piccolino, grande circa come una moneta, conteneva tutti gli elementi di base di un computer in un unico pacchetto integrato. Ma come funziona?
Un microprocessore è essenzialmente il cervello di un computer o di un dispositivo elettronico. Esso interpreta le istruzioni che riceve sotto forma di codice binario, cioè una sequenza di 0 e 1, e svolge operazioni matematiche e logiche per elaborare i dati. In parole povere, prende decisioni in base alle istruzioni che gli diamo e trasforma quelle decisioni in azioni, come mostrare qualcosa sullo schermo, salvare un file o inviare un comando a un altro dispositivo.
La bellezza del microprocessore sta nell’integrazione. Prima che nascesse, i computer necessitavano di intere stanze piene di tubi a vuoto, transistor e altri componenti per elaborare le informazioni. I microprocessori hanno miniaturizzato e semplificato tutto questo in un singolo pezzo di silicio.
Con il passare degli anni, i microprocessori sono diventati sempre più potenti. Si dice che la potenza di calcolo raddoppi circa ogni due anni, un fenomeno noto come Legge di Moore dal nome dell’uomo che lo postulò, Gordon Moore, uno dei fondatori di Intel. Questo significa che i computer e i dispositivi che abbiamo oggi sono milioni di volte più potenti del primo microprocessore 4004.
Non è difficile vedere come il microprocessore abbia avuto un ruolo gigantesco nell’evoluzione della tecnologia. Ogni smartphone in tasca, ogni laptop su cui lavoriamo, ogni smart TV e persino i frigoriferi smart sono guidati da vari tipi di microprocessori. Questi chip non sono solo nel mondo informatico; essi sono ubiqui nelle automobili moderne, aerei, apparecchiature mediche e in tutto ciò che è “smart” nella nostra casa.
Il microprocessore ha trasformato il mondo in maniere che i suoi creatori potevano solo sognare. Nell’automazione industriale, ad esempio, i microprocessori permettono a macchine complesse di funzionare in modo autonomo, aumentando l’efficienza e riducendo il rischio di errori. Nel campo della medicina, i microprocessori permettono di condurre operazioni chirurgiche con precisione millimetrica attraverso robot guidati da chirurghi. Nel settore dei trasporti, hanno reso i veicoli più sicuri e efficienti con sistemi come l’ABS e l’iniezione elettronica del carburante.
La portabilità è un altro impatto enorme. Prima dei microprocessori, la maggior parte della tecnologia era ingombrante e non trasportabile. Ora portiamo nei nostri zaini e nelle nostre tasche più potenza di calcolo di quanto contenevano intere stanze di computer non molto tempo fa.
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